Comunità Energetiche Rinnovabili: nuovi incentivi PNRR per Privati e Imprese
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano una delle soluzioni più promettenti per affrontare la transizione energetica in modo concreto, partecipato e sostenibile.
Grazie alle nuove normative e ai fondi PNRR oggi accedere agli incentivi è più semplice e vantaggioso.
In questo articolo spieghiamo cosa cambia, chi può beneficiarne e perché è il momento giusto per agire.

Un grande cambiamento nella normativa
C’è un grosso cambiamento nella normativa di incentivazione delle comunità energetiche rinnovabili: c’è la possibilità di ricevere un contributo fino al 40% a fondo perduto con fondi PNRR per il proprio impianto di nuova realizzazione che entra a far parte di una comunità energetica se ci si trova in un comune fino a 50.000 abitanti (prima era fino a 5.000). Praticamente è valido per tutta l’Italia tranne i principali capoluoghi di provincia e centri metropolitani.
Un incentivo più vantaggioso delle alternative attuali
Si tratta di un contributo a fondo perduto sicuramente più vantaggioso dell’unica alternativa di incentivazione che è rimasta disponibile, che è la detrazione del 50% della spesa in 10 anni (sempre se si ha capienza IRPEF e per esempio non si lavora con partita IVA forfettaria…) che diventerà 36% dall’anno prossimo in attesa che sia pubblicato il decreto del Conto Termico 3.0 che dovrebbe finanziare l’impianto fotovoltaico, ma solo se realizzato in combinazione con l’installazione di una pompa di calore.
Chi può accedere al nuovo contributo
Questo contributo è invece disponibile a tutti, privati e imprese, che realizzano un impianto nuovo che entra a far parte di una comunità energetica rinnovabile.
Cos’è una Comunità Energetica Rinnovabile (CER)
Ma cosa vuol dire comunità energetica rinnovabile, detta semplicemente CER?
Le CER sono una cosa che l’Europa ci chiede da tanto tempo di realizzare, ma l’Italia sta facendo fatica a stare al passo con quello che dovrebbe fare. Si tratta di un gruppo di cittadini, che possono essere privati, imprese o enti territoriali che si associano per produrre, gestire e condividere energia elettrica da fonti rinnovabili.
Perché servono le CER
L’obiettivo è di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili che venga consumata direttamente in loco, creando meno scompensi alla rete elettrica.
Cabina primaria: il vincolo tecnico
Tutti i soci della CER devono essere collegati alla stessa cabina primaria che potete vedere sulla cartina fornita dal GSE
qui il link: Mappa interattiva delle cabine primarie – GSE
Non si può fare una CER con i nostri amici se abitano troppo distanti insomma.
Un’opportunità anche sociale
Le CER sono anche un’occasione per creare comunità e coesione sul territorio.
I limiti alla diffusione delle CER
Tutte le multi-utility e gli affaristi dell’energia si sono già buttati nel business, ma le comunità energetiche stentano a diffondersi come dovrebbero, non tanto per questioni tecniche ma soprattutto per questioni amministrative e burocratiche.
Perché è stato esteso il contributo
Lo stesso incentivo per gli impianti in comuni fino a 5.000 abitanti che viene allargato fino a 50.000 abitanti è dovuto al fatto che non stiamo spendendo tutti i soldi che il PNRR ha previsto di spendere e quindi è necessario “darsi una mossa” in questo ambito.
La proposta di Progetico: le CER solidali (CER-S)
Come Progetico consigliamo di promuovere comunità energetiche rinnovabili solidali (CER-S) dove il margine di guadagno che si ricava dallo scambio di energia tra i soci, invece di essere suddiviso con criteri complicati e onerosi che rende difficile la gestione della comunità energetica, sia completamente investita in servizi per il territorio aumentando comunque in questo modo il benessere di chi ci abita.
Un futuro più sostenibile e solidale
Diventa un modo per coniugare la sostenibilità del nostro futuro con una comunità che diventa più forte e solidale.
A cura di Francesca Guarneri
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