Dal pavimento al soffitto: quale radiante conviene Progetico 27 Agosto 2025

Dal pavimento al soffitto: quale radiante conviene

Gli impianti radianti sono oggi tra le soluzioni più diffuse ed efficienti.

Ma quale conviene davvero tra pavimento, soffitto e parete?

La risposta dipende dal contesto e da come si vogliono conciliare comfort, costi e tipo di intervento.
In questa guida analizziamo i casi più comuni per offrire un quadro chiaro a chi deve decidere.

Impianto radiante quale conviene

A pavimento, a parete oppure a soffitto?

Spesso ci viene posta questa domanda, come se ci fosse una risposta sempre valida.

Invece, come spesso succede, un sistema radiante può convenire rispetto ad un altro in base alla situazione che ci si presenta.

Sicuramente il comfort garantito da un impianto radiante è decisamente migliore di ogni impianto a radiatori o ad aria che possiamo immaginare, anche se oggettivamente questi ultimi possono risultare un po’ più economici nella realizzazione.

Oltre al maggiore comfort che riesce a dare una temperatura diffusa in maniera uniforme in tutta l’abitazione, un altro vantaggio importante del sistema radiante è quello di poter funzionare con temperature di esercizio più basse e quindi aumentare la resa di una pompa di calore abbinata.

L’efficienza di una pompa di calore, alla stessa temperatura esterna, può essere quasi 150% migliore se abbinata a un impianto radiante piuttosto che a dei radiatori oppure a dei fancoil.

In ultimo gli impianti radianti hanno anche il pregio di poter raffrescare la casa e non solo riscaldarla, sempre in maniera confortevole ed omogenea.

Ma quale sistema preferire? A pavimento, a parete oppure a soffitto?
Come dicevamo, non c’è la ricetta che va bene in tutte le situazioni.

Il radiante a pavimento è sicuramente ottimo per riscaldamento, ma può essere un po’ troppo complicato da realizzare su una casa esistente.
Ci sono soluzioni sottili, che non richiedono di scavare il sottofondo del solaio, né di alzare tutte le architravi delle porte, ma comunque hanno l’ingombro di qualche centimetro che va considerato quando si progetta un ambiente.

Una soluzione molto interessante nelle ristrutturazioni è quella di fresare il pavimento con un macchinario apposito, creando la scanalatura dove posizionare il tubo dell’impianto nello spessore delle piastrelle del vecchio pavimento.
E’ una soluzione molto semplice (in 1, massimo 2 giorni, si fa tutta la fresatura e si posa l’impianto) che magari perde un po’ di resa, ma risulta anche molto agevole ed economica.

Questo sistema come altre soluzioni di impianto a pavimento sottile (con posa a secco, con massetto ridotto ecc.) sono anche meno inerziali degli impianti classici a pavimento con massetto, che richiedono praticamente di rimanere sempre accesi e non permettono molta regolazione della temperatura in base all’orario e agli utilizzi.

Il raffrescamento a pavimento è una soluzione possibile e molto gradevole, ma deve essere abbinata a un impianto di deumidificazione corretto, altrimenti si presenterà quasi sicuramente il problema non bello di trovare della condensa dove si cammina.

Sicuramente l’impianto a soffitto si presta molto bene per il raffrescamento, ma svolge egregiamente il suo compito anche in riscaldamento anche se molti sono inizialmente perplessi su questo aspetto.
Il vantaggio principale dell’impianto a soffitto è di poter intervenire su una casa esistente senza rivoluzionarla: se c’è abbastanza altezza si riesce infatti ad installare senza dover svuotare l’appartamento (bisognerà comunque prevedere di uscire di casa qualche giorno per permettere di eseguire il lavoro).

Bisogna ricordare che, per installare un impianto radiante (a pavimento o a soffitto), si può andare in deroga rispetto ai famosi 2,70 metri che sono richiesti per l’abitabilità di un’abitazione.

Gli impianti a soffitto e a parete si presentano in due modi: con un pannello accoppiato con isolante e tubo dell’impianto incorporato (con finitura tipicamente in cartongesso, ma anche in terra cruda o altro sistema) oppure con la tubazione immersa nell’intonaco.

Si ottengono risultati bellissimi quando si riesce a posare un impianto radiante all’interno di un intonaco in terra cruda, riuscendo a combinare nella maniera migliore caldo, freddo e gestione dell’umidità.
Purtroppo il costo del lavoro finito non è spesso dei più accessibili.

L’impianto a parete è sicuramente da valutare quando si sta considerando di fare un isolamento interno dell’abitazione, perché magari è impossibile fare un cappotto esterno.

La posa del cappotto interno può essere eseguita insieme alla posa del radiante a parete riducendo le lavorazioni e i costi.
Il radiante a parete riesce a fornire sia caldo che freddo in maniera confortevole, ma sicuramente la sua progettazione richiede di essere coordinata con quella architettonica e con l’arredamento della casa perché è importante lasciare libera la parte radiante della parete.

Per fortuna non è quasi mai necessario riempire tutte le pareti di radiante e quindi un po’ di spazio per l’arredamento si trova sempre.

A cura di Ing. Bruno Tommasini

Non esiste un radiante migliore in assoluto, ma quello giusto per ogni casa.
Insieme possiamo individuarlo valutando obiettivi, esigenze e condizioni reali, per arrivare ad una scelta consapevole e duratura.

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